"A mio giudizio, questo periodo è stato una stagione splendida dell'arte in Italia, per intensità e ricchezza di messaggi artistici e umani. Credo che, semplicemente quanto conformemente al vero, questo dovrà essere riconosciuto". C.L. Ragghianti, 1967

Nel celebre saggio Il Secolo breve (1994) Eric Hobsbawm condensa il Novecento in tre periodi, non esitando a definire il primo, compreso tra il 1914 e il ’45,    “Età della catastrofe” per le ferite sociali e le crisi economiche sofferte dall’Europa durante i due conflitti mondiali.

Se, però, spostiamo l’analisi all’ambito artistico, la visione non è di un tramonto bensì di un’aurora. Nessun altro momento è stato, infatti, così fecondo e ricco     di fermenti. Portando la lancetta del tempo al 1909, all’alba di quello che qualcuno ha definito anche “Il tempo delle grandi speranze deluse”, quando Marinetti pubblica su “Le Figaro” il Manifesto del Futurismo, ci si avvede che la pittura italiana, lasciatasi alle spalle la lezione degli Impressionisti e di Cézanne, si apre     ad uno dei momenti più dirompenti e felici, cambiando radicalmente volto. È a partire, infatti, dalle ultime frange divisioniste che le tendenze e le avanguardie audacemente impostesi sul realismo ottocentesco imprimeranno tracce tanto profonde da orientare gli sviluppi del dopoguerra: dall’Informale di Vedova e Capogrossi, allo Spazialismo di Fontana. Non è altro che la trasformazione visiva derivata dallo stesso Futurismo, dalla Metafisica e dal recupero della classicità operato dal Novecento di Margherita Sarfatti.

Di questo tumultuoso percorso storico la mostra Il secolo breve. Tessere di ‘900 offre un focus a suo modo originale da cui emergono una serie di situazioni “trasversali” rispetto alle fratture formali oramai canoniche. Nell’apparente autonomia e disomogeneità espressiva, queste dissonanti connotazioni confermano  lo spirito inquieto che da sempre caratterizza l’arte italiana, delineando un inaspettato spaccato quanto mai unitario nel comunicare il pensiero creativo del tempo.

In questo caleidoscopico panorama ogni artista rappresentato – da Boccioni e Balla a de Chirico e Carrà, da Campigli e Viani a Rosai e Guttuso sino a Morandi – è una tessera dell’affascinante ed eclettico mosaico che prelude alla modernità.

 

7 luglio – 5 novembre 2017

Orari: 7 luglio – 10 settembre  martedì/venerdì  17.30 – 22.30

sabato/domenica  10.00 – 13.00 / 17.30 – 22.30

12 settembre – 5 novembre  giovedì/venerdì  15.30 – 19.30

sabato/domenica  10.00 – 13.00 / 15.30 – 19.30

Lunedì chiuso

Martedì/mercoledì:  visite per gruppi