Il pittore

 

Un lato forse più intrigante della poliedrica personalità di Borgiotti è stata quella facoltà, propria del demiurgo, di “leggere” il quadro. In tale esercizio, oltreché da una

straordinaria cultura visiva, è stato avvantaggiato da una condizione privilegiata: l’essere lui stesso pittore.

La dimestichezza con tele, colori e pennelli lo ha reso padrone nel contestualizzare l’opera nell’originaria area culturale, formulandone l’attribuzione sulla base dello stile e della morfologia. Tra i soggetti più congeniali, oltre ai paesaggi e alle vedute urbane, Borgiotti ha considerato il ritratto. Se, alla stregua di un Cecioni o di uno Spadini, ha visto nella famiglia un costante motivo d’ispirazione, facendo della giovane figlia Sira uno dei modelli prediletti, con estremo realismo e piglio emotivo ha raffigurato anche gli amati pittori labronici, ai quali sempre si è rapportato da amico e generoso mecenate. Nella ricca galleria di ritratti non mancano, però, le immagini dei contemporanei più illustri: personaggi della critica, della letteratura, del teatro e della lirica che, come protagonisti di un ideale salotto colto e raffinato, si sono avvicendati nello studio di via Manzoni a Milano, restituendoci, oggi, la vera dimensione dell’uomo e dell’artista.

Il collezionista

 

Niente avrebbe di straordinario la vicenda di Mario Borgiotti se si riferisse solo a un brillante mercante d’arte come tanti ve ne sono stati nel Novecento. L’eccezione sta nel trovarci di fronte ad un talentuoso autodidatta che, a soli quarant’anni, si era già affermato come il più autorevole conoscitore della pittura italiana dell’Ottocento.

Fondamentale è stato l’amore per i Macchiaioli.

Scoperti quand’ancora era adolescente, li ha studiati nelle intrinseche peculiarità, divenendone, grazie alla perspicacia visiva, un vero e proprio filologo dotato di un’acuta facoltà d’interpretazione.

Contemporaneamente al consenso acquisito come art dealer, oltre che come connaisseur, Borgiotti si è reso fautore della loro rivalutazione critica attraverso un’intensa attività espositiva ed editoriale con iniziative oramai entrate nella storiografia del movimento.

L’eccezionale nucleo di capolavori da lui raccolti, dei quali in mostra è presentata una scelta selezione, altro non è che il riflesso di un gusto raffi nato e della pionieristica azione di recupero, senza la quale, oggi, i Macchiaioli non godrebbero della fama riconosciutali in campo internazionale.